Game Hunter
Siamo nel 2050, la comunità informatica si è evoluta in modo da poter regalare alla comunità video-ludica esperienze sempre più realistiche fino a raggiungere un sistema di visualizzazione grafica direttamente all’ interno del cervello.
Qualche anno fa uscì il primo prototipo d’interfaccia a controllo neurale ovviamente applicata ai videogiochi, tutta l’intera comunità era in euforia, avevano finalmente inventato un modo per giocare con i videogiochi senza usare periferiche tipo joystick, mouse e tastiere, altoparlanti e chi più ne ha più ne metta.
Tutto era controllato da un’ interfaccia biometrica chiamata “XZN” che attraverso un trasmettitore inserito nella nuca, tramite piccoli aghi, captava gli impulsi mandati dal cervello e li intercettava prima che potessero arrivare ai vari organi volontari e li inviava al personaggio all’ interno del videogioco.
Tutto questo andò in subbuglio quando un programmatore creò carillon, un gioco dal quale non si può uscire senza averlo completato ed è qui che inizia l’avventura del nostro quasi eroe Meke, un ragazzo di una quindicina d’anni con capelli nero pece spettinati ed occhi gialli; Meke ha un carattere molto allegro e spensierato ma, in caso di necessità, può diventare serio e freddo come un serial killer.
Meke sta affrontando un mostro chiamato Ludroth, un leviatano dal collo allungato con delle ghiandole che ricoprono quest’ultimo.
Queste sacche contengono acqua che una volta lanciata raggiunge una temperatura talmente fredda da, una volta a contatto con la pelle, causare un torpore tale che impedisce i movimenti di fuga in caso di estrema necessità.
Meke gli ha già strappato tutte le ghiandole ed è allo stremo delle forze, bevendo una pozione riesce a trovare quel briciolo di energia necessaria per riuscire a finirlo decapitandolo.
Al suo ritorno al villaggio Kaha, oltrepassate le mura, i suoi coetanei lo accolgono calorosamente e organizzano un banchetto in onore della sua vittoria.
Il giorno successivo, andando dal mercante per acquistare delle armi, incontra un forestiero di nome Ahi, un ragazzo di circa vent’anni, con degli occhi verdi e dei capelli argentati tutti scompigliati ed un carattere molto buono, gentile e scanzonato.
Meke instaura in breve tempo un rapporto di fiducia reciproca con lui poiché hanno un carattere molto simile.
Ahi successivamente convinse Meke a cacciare uno Snigh per ottenere materiali in modo da poter potenziare le proprie armi; Meke ci pensa un po’, ma alla fine decidono di andare e la mattina successiva erano pronti con, nel loro inventario, tutto il necessario: pozioni, cibo, trappole e cote per affilare le proprie lame.
Lo Snigh è un mostro volatile bipede ricoperto da delle scaglie le quali possono ruotare indipendentemente l’una dall’ altra e che, se lanciate, possono ferire la preda, ma sono anche utilizzate per creare un forte tintinnio quando è agitato, sulla testa ha un corno rivolto all’ indietro e due zampe zigodattili (ovvero con due dita rivolte in avanti e due all’indietro) comode per afferrare prede.
Durante il tragitto Meke e Ahi notarono varie carcasse di animale e mostri minori e subito attribuirono la colpa dell’ accaduto ad uno Snigh affamato. Una volta arrivati al rifugio della bestia non videro tracce di carcasse divorate ma videro il mostro dormire.
Lo circondarono di trappole esplosive, paralizzanti e congelanti e lo coprirono delicatamente con una rete con alle estremità dei pesi, si appostarono e si misero ad affilare le loro spade, lo svegliarono con un “corno da richiamo”.
Lo Snigh si svegliò, tirò la rete ed attivò le trappole, subito notarono un malus di paralisi e le sue scaglie si congelarono, il mostro reagì di colpo, con il corno squarciò la rete e con la coda colpì Meke ed Ahi, i due si difesero d’istinto con le spade e mutilarono la coda del mostro.
Il mostro impazzì. Subito iniziò a caricare con il suo corno ed iniziò a far tintinnare le sue scaglie, dopo un ora di combattimento riuscirono a stremare lo Snigh ma… da un angolo arrivò un esemplare di Wuruhi, un mostro dalle fattezze di lupo con un enorme coda con la qualche stordisce e paralizza le sue prede.
Saltò di soprassalto sullo snigh e gli staccò la testa a morsi, Meke ed Ahi si nascosero dietro una roccia, riaffilarono le loro armi e si curarono, dopodichè si fiondarono immediatamente sulla coda del mostro per evitare di essere paralizzati, purtroppo no riuscirono a mozzare la coda al mostro e quest’ ultimo, finito di divorarsi lo snigh, fece un balzo in aria e li bloccò sotto le sue zampe.
Ma i due si guardarono, ripresero le forze e mutilarono gli arti posteriori della bestia, ma… Lo Wuruhi con un colpo di coda colpì Ahi e lo sbattè addosso ad un masso. Ahi svenne e Meke si infuriò, non ci vide più dalla rabbia, i suoi occhi diventarono rossi, le sue gambe iniziavano ad avere fattezze caprine e gli crebbero due corna rivolte all’ indietro era diventato un pan diabolico
che incornò a morte lo Wuruhi ed una volta ucciso lo strappò le scaglie a morsi, una volta finito il trucidamento Ahi si risvegliò e Meke tornò alla sua forma umana.
Tornarono al villaggio per poter curare Ahi, al quale hanno dovuto purtroppo amputare un braccio, ma lo sostituirono quasi subito con uno meccanico, dopo circa 5 mesi di cure e 2 di riabilitazione ahi è finalmente potuto tornare a sorridere e divertirsi con Meke.

